AZERBAIJAN

La terra protetta dal fuoco

AZERBAIJAN
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AZERBAIJAN

La terra protetta dal fuoco 

Secondo alcuni studiosi la parola "azerbaijan" deriverebbe da AZAR "fuoco", e da BAIGIAN "protetti da", a significare dunque "la terra protetta dal fuoco", il cui culto sacro è ereditato dallo zoroastrismo, prima religione monoteista della storia nonchè prima religione soteriologica, fondata cioà sulla promessa salvifica di una vittoria del Bene sul Male e di una vita di beatitudine nell'aldilà. Lo zoroastrismo divenne religione ufficiale nell'impero della Persia di cui faceva parte l'odierno Azerbaigian che conserva ancora oggi due luoghi di culto del fuoco sacro, legati ai fenomeni naturali di petrolio e gas di cui è ricco il paese, come lo Yanar Dag ("la montagna che brucia" grazie al gas che ne fuoriesce) ed il tempio di Ateshgah, costruito nel XVIII da adepti indiani del culto di Shiva su un giacimento di gas con una fuoriuscita di fuoco incessante. 
 
YANAR DAG la montagna che brucia
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ATESHGAH tempio del fuoco; il dio induista Shiva danzante nel fuoco cosmico; Faravahar, l'angelo custode dell'anima umana e protettore della comunità, simbolo dello zoroastrismo
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BREVE STORIA DELL'AZERBAIJAN
La storia del paese inizia con l’età della pietra, nella famosa Riserva del Gobustan composta da numerosi vulcani di fango dove sono stati rinvenuti resti archeologici databili a 20.000 anni fa, considerate tra le più antiche di tutta la storia dell’uomo. Si tratta di alcune semplici sculture incise nella roccia e disegni raffiguranti scene di battaglie, carovane di cammelli, animali selvatici, imbarcazioni e danze rituali.
Similmente agli altri paesi del Caucaso, intorno al 550 a.C. la regione viene conquistata dall’Impero Achemenide, che contribuì in maniera decisiva alla diffusione del Zoroastrismo. Successivamente ad occupare l’odierno Azerbaijan furono i Seleucidi discendenti di Alessandro Magno, ed infine i Romani. Proprio nel Gobustan sono state ritrovate incisioni romane risalenti all’epoca di Domiziano, che ci fanno intendere che questo era il punto più orientale di tutto l’Impero Romano.
Gli abitanti autoctoni dell’Azerbaijan furono gli Albanesi, che non vanno però confusi con gli attuali abitanti dei Balcani. Essi fondarono nel I secolo a.C. un loro regno, furono vassalli dell’Impero Romano, e nel IV secolo  adottarono il cristianesimo similmente a quanto accadde nelle vicine Armenia e Georgia. Il Regno d’Albania resistette fino all’VIII secolo quando fu conquistato dai Sasanidi e dai Bizantini.
Nel VII secolo il Califfato Arabo conquistò la regione e l'impero Selgiuchide riuscì a convertire all’Islam quasi tutta la popolazione azera. In questo periodo di pace, l’arte e la cultura raggiunse uno dei suoi apogei.
Intorno al 1380 l'invasore Tamerlano, proveniente dall'Asia Centrale, conquistò tutto il territorio azero, e la dinastia locale degli Shirvanshah divennero dei vassalli dell’Impero Timuride, ma nonostante fossero sotto un dominio straniero, riuscirono comunque a portare grande splendore al paese.
La storia dell’Azerbaijan subisce l’ennesima invasione con la fine dell’era dei Khan che si spartirono equamente il territorio, ma si ritrovarono ad essere perennemente in lotta tra di loro. Di questa instabile situazione ne approfittarono gli Zar Russi, che nell’ottocento avevano cominciato la loro espansione coloniale oltre i confini dell’Impero e conquistarono quindi tutta l’area del Caucaso che subì un forte cambiamento dove vennero adottati l’alfabeto cirillico e la lingua russa.
Alla fine della prima guerra mondiale l’Impero Zarista era ormai giunto al collasso, e con la Rivoluzione d’Ottobre nacque la Repubblica Socialista Sovietica Azera, come parte dell’URSS fino al 1990 con la fine dell'Unione Sovietica  e nel 1991 l’Azerbaijan raggiunge la propria indipendenza. Oggi il paese grazie alle risorse di petrolio e gas è lanciato verso un forte sviluppo economico che cambierà la storia geopolitica dell'aerea euroasiatica.
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BAKU
Capitale dell'Azerbaijan, è la metropoli più grande e cosmopolita del Caucaso meridionale dove oriente ed occidente, passato e presente si fondono caoticamente. 
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L'immagine simbolo è proprio quella in alto con il Palazzo della vecchia dinastia degli Shirvanshah e le Flame Towers di sfondo che rappresentano il culto del fuoco in versione futurista.
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QOBUSTAN
Circa 12000 anni fa, quando la costa del Mar Caspio era più lussureggiante e il livello del mare molto più elevato, i cacciatori raccoglitori dell'Età della Pietra si insediarono in una serie di grotte che decorarono con circa 6000 semplici incisioni rupestri.
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MOSCHEA DI BIBI HEYBAT 
Per secoli è stato il luogo più venerato della regione; costruita nel XII secolo, è stata demolita dai sovietici nel 1934 e ricostruita nel 1998.
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VULCANI DI FANGO numerosi crateri che stillano ed eruttano un fango denso, freddo e grigio
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IL VILLAGGIO DI XINALIQ ED IL CAUCASO
Secondo alcune stime, Xinaliq è il villaggio più alto d'Europa con i suoi 2350 metri. Arroccato nella sua remota fortezza montana, per anni è stato quasi inaccessibile e già solo raggiungerlo era considerato il massimo del turismo azero. A soli 20 km c'è il confine con la regione russa del Daghestan.
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FORESTA DI QECHRESH
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QUBA
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La papakha è il tipico cappello di lana di pecora indossato dalle popolazioni del caucaso reso famoso nel palcoscenico delle arti marziali dal lottatore Khabib Nurmagomedov originario del Daghestan. Come raccontato da lui stesso, nel 2012 lasciò la sua terra natia per approdare negli Stati Uniti per intraprendere la sua carriera sportiva e scelse di portare con se proprio la papakha e di indossarla prima di ogni match per non dimenticare mai la propria terra di origine Gara dopo gara, vittoria dopo vittoria, il copricapo divenne un talismano che lo ha reso imbattibile ed un simbolo della propria identità... Alhamdulillah
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AZERBAIJAN - settembre 2023
PS: special thanks to Fatima Aljubor and Robero Basei, chef of the restaurant  "Movida - Lounge & Dining" Port Baku ... where I suggest to go ;)
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lUCA DI BIANCA

SCRITTORE-VIAGGIATORE
Luca Di Bianca è uno scrittore-viaggiatore e scrive per beneficenza. I proventi dei suoi libri hanno finanziato diversi progetti e associazioni

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