tra i raggi del sole ti muovi innocente,
osservando dall’alto la piccola gente;
sempre presente, nella calma dell’estate silenziosa
e fra le grida delle onde di una giornata burrascosa;
in quiete ti posi su uno scoglio ascoltando il mare,
scrutando quello che di nuovo ha voluto trasportare;
bello sei quando paziente del momento sei sul filo dell’acqua,
né sopra né sotto, ma di certo non in gabbia;
sempre, mentre annuso il mare, mi soffermo a guardarti,
m’inebri il cuor di gioia, vorrei imitarti,
perché sei libero nel vento, sotto le nubi tra cielo e mare,
con la tua sola divina arte, quella di volare.